lunedì 21 gennaio 2013

SVILUPPO E STAMPA IN CAMERA OSCURA


Dopo aver ripetuto in laboratorio i passi compiuti dai padri della fotografia per impressionare la realtà nel modo più fedele possibile sulla carta, siamo giunti finalmente al primo vero traguardo di questo percorso che rappresenta una parte fondamentale della storia dell'uomo.
Ci eravamo lasciati a Dicembre con l'esperimento sul foro stenopeico e con l'avvento del nuovo anno abbiamo introdotto il concetto di macchina fotografica reflex e lo sviluppo delle immagini tramite pellicola.

Sabato 12 Gennaio abbiamo allestito con il prof. un semplice “set” composto da due fari che proiettavano una luce neutra sul soggetto che si doveva posizionare su una sedia disposta di fronte ad essi. Collocato di fronte alla sedia il prof. ha scattato una foto ad ognuno di noi realizzando dei ritratti. Per ottenere le foto egli si è servito di una fotocamera reflex analogica contenente una pellicola Kodak Tmax 400;
essa è stata montata su un cavalletto per evitare l'effetto mosso dato che in quelle condizioni di luce i tempi di esposizione risultavano abbastanza lunghi.


Inoltre ci siamo recati ai giardini di palazzo Te per scattare alcune foto in esterna.

Una vola completata questa sessione il lavoro è proseguito in camera oscura per lo sviluppo delle pellicole: servendoci di una Tank e lavorando rigorosamente al buio abbiamo estratto la pellicola dal rullino e l'abbiamo avvolta su un supporto circolare chiamato “spirale”; a questo punto abbiamo inserito essa nella Tank e chiuso il tutto mediante un coperchio di sicurezza.
A questo punto in laboratorio abbiamo proceduto, mediante l'uso dei prodotti chimici, allo sviluppo delle pellicole inserendoli nella Tank e una volta risciacquata quest'ultima abbiamo estratto le serie di negativi e appese ad asciugare.

L'ultima parte dell'esperienza rappresenta sicuramente la più importante: ritornando in camera oscura (allestita con le vasche dei liquidi) siamo passati alla stampa dei positivi.
Prima di tutto abbiamo realizzato una stampa a contatto di tutti i negativi per ottenere una sorta di archivio dove poter scegliere il fotogramma da stampare. Per ottenere ciò abbiamo preso un foglio di carta fotosensibile, collocato sopra di esso le strisce di negativi, applicato sopra di essi una lastra di vetro per non farli “arricciare” e infine esposti alla luce per un tempo stabilito da una serie di prove sull'esposizione.
Poi siamo passati alla stampa vera e propria: tramite un ingranditore (strumento composto da una testa, una colonna e un banco di lavoro) abbiamo ingrandito il negativo del nostro ritratto, messo a fuoco mediante un'apposita rotella disposta sulla testa dell'apparecchio e disposto un foglio di carta fotosensibile in corrispondenza dell'immagine (filtrata di rosso) proiettata sul banco di lavoro.
Trovata l'esposizione corretta grazie a una prova effettuata precedentemente abbiamo esposto alla luce la carta per un tempo stabilito e proceduto infine al processo di sviluppo, arresto e fissaggio.
L'ultimo passo è stato lavare sotto acqua corrente il foglio e appenderlo ad asciugare.

L'emozione di vedere la tua faccia che compare davanti a te su un foglio bianco è impagabile!


il mio ritratto
la stampa in positivo dei provini

ecco le immagini di backstage che documentano quest'esperienza:






Andrea Guarnieri


Nessun commento:

Posta un commento