Dopo
aver ripetuto in laboratorio i passi compiuti dai padri della
fotografia per impressionare la realtà nel modo più fedele
possibile sulla carta, siamo giunti finalmente al primo vero
traguardo di questo percorso che rappresenta una parte fondamentale
della storia dell'uomo.
Ci
eravamo lasciati a Dicembre con l'esperimento sul foro stenopeico e
con l'avvento del nuovo anno abbiamo introdotto il concetto di
macchina fotografica reflex e lo sviluppo delle immagini tramite
pellicola.
Sabato
12 Gennaio abbiamo allestito con il prof. un semplice “set”
composto da due fari che proiettavano una luce neutra sul soggetto
che si doveva posizionare su una sedia disposta di fronte ad essi.
Collocato di fronte alla sedia il prof. ha scattato una foto ad
ognuno di noi realizzando dei ritratti. Per ottenere le foto egli si
è servito di una fotocamera reflex analogica contenente una
pellicola Kodak Tmax 400;
essa
è stata montata su un cavalletto per evitare l'effetto mosso dato
che in quelle condizioni di luce i tempi di esposizione risultavano
abbastanza lunghi.
Inoltre
ci siamo recati ai giardini di palazzo Te per scattare alcune foto in
esterna.
Una
vola completata questa sessione il lavoro è proseguito in camera
oscura per lo sviluppo delle pellicole: servendoci di una Tank e
lavorando rigorosamente al buio abbiamo estratto la pellicola dal
rullino e l'abbiamo avvolta su un supporto circolare chiamato
“spirale”; a questo punto abbiamo inserito essa nella Tank e
chiuso il tutto mediante un coperchio di sicurezza.
A
questo punto in laboratorio abbiamo proceduto, mediante l'uso dei
prodotti chimici, allo sviluppo delle pellicole inserendoli nella
Tank e una volta risciacquata quest'ultima abbiamo estratto le serie
di negativi e appese ad asciugare.
L'ultima
parte dell'esperienza rappresenta sicuramente la più importante:
ritornando in camera oscura (allestita con le vasche dei liquidi)
siamo passati alla stampa dei positivi.
Prima
di tutto abbiamo realizzato una stampa a contatto di tutti i negativi
per ottenere una sorta di archivio dove poter scegliere il fotogramma
da stampare. Per ottenere ciò abbiamo preso un foglio di carta
fotosensibile, collocato sopra di esso le strisce di negativi,
applicato sopra di essi una lastra di vetro per non farli
“arricciare” e infine esposti alla luce per un tempo stabilito da
una serie di prove sull'esposizione.
Poi
siamo passati alla stampa vera e propria: tramite un ingranditore
(strumento composto da una testa, una colonna e un banco di lavoro)
abbiamo ingrandito il negativo del nostro ritratto, messo a fuoco
mediante un'apposita rotella disposta sulla testa dell'apparecchio e
disposto un foglio di carta fotosensibile in corrispondenza
dell'immagine (filtrata di rosso) proiettata sul banco di lavoro.
Trovata
l'esposizione corretta grazie a una prova effettuata precedentemente
abbiamo esposto alla luce la carta per un tempo stabilito e proceduto
infine al processo di sviluppo, arresto e fissaggio.
L'ultimo
passo è stato lavare sotto acqua corrente il foglio e appenderlo ad
asciugare.
L'emozione
di vedere la tua faccia che compare davanti a te su un foglio bianco
è impagabile!
il mio ritratto |
la stampa in positivo dei provini |
ecco le immagini di backstage che documentano quest'esperienza:
Andrea Guarnieri
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